I nostri itinerari
Il Cartellone: ebrei e cristiani – Modica
Chiesa di San Nicolò – Modica
Letteratura ed arte degli iblei – Modica
Il convento dei frati cappuccini – Modica
Le tradizioni di San Giuseppe
Donnalucata
Palazzo Polara – Modica
Palazzo Bruno di Belmonte – Ispica
La Cattedrale di San Giovanni Battista – Ragusa
Il Castello di Donnafugata
LOGGIATO DEL SINATRA – ISPICA
Il Teatro Garibaldi – Modica
Chiesa di San Matteo – Scicli
Cava dei Servi – Modica/Rosolini
Palazzo Spadaro – Scicli
Chiesa Santa Maria del Gesù – Modica
Il Giardino Ibleo – Ragusa Ibla
Santuario e convento del Carmine – Ispica
Chiesa di San Pietro – Modica
Duomo San Giorgio – Ragusa Ibla
Antica Dolceria Bonajuto – Modica
La fornace Penna – Sampieri
Torre Cabrera – Pozzallo
Cava d’Ispica – Ispica
Il nostro Territorio
Modica è «un paese in figura di melagrana spaccata; vicino al mare ma campagnolo; metà ristretto su uno sprone di roccia, metà sparpagliato ai suoi piedi; con tante scale fra le due metà, a far da pacieri, e nuvole in cielo da un campanile all’altro».
Così Gesualdo Bufalino descriveva Modica in Argo il cieco ricordando un’estate felice passata nella città della Contea.
La città si estende sulla parte meridionale dei Monti Iblei, quindici chilometri più a sud di Ragusa nel sud est della Sicilia, distesa su un ampio altopiano e aggrappata alle pareti rocciose delle “cave” che lo attraversano. La città sorge sulla confluenza di due torrenti che dividono l’altopiano in quattro colline: Pizzo a nord, Idria ad ovest, Giganta ad est e Monserrato a sud.
Secondo un’antica legenda Modica sarebbe stata fondata da Ercole (Eracle per la mitologia greca). Nella decima fatica, Ercole, riesce a catturare i buoi rossi del gigante Gerione. Dopo il trionfo in Spagna, l’eroe si dirige in Italia ma i buoi che porta con sé come trofeo gli vengono rubati in Sicilia. Ad indicargli i luoghi dove erano state nascoste le bestie fu Motia, una bella donna greca. Per gratitudine Ercole fondò tre città nei luoghi in cui ritrovò i buoi e le dedicò alla donna; nacquero così Mozia vicino Marsala, Mozia nei pressi di Agrigento e la Mozia mediterranea: Modica.
Secondo un’antica legenda Modica sarebbe stata fondata da Ercole (Eracle per la mitologia greca). Nella decima fatica, Ercole, riesce a catturare i buoi rossi del gigante Gerione. Dopo il trionfo in Spagna, l’eroe si dirige in Italia ma i buoi che porta con sé come trofeo gli vengono rubati in Sicilia. Ad indicargli i luoghi dove erano state nascoste le bestie fu Motia, una bella donna greca. Per gratitudine Ercole fondò tre città nei luoghi in cui ritrovò i buoi e le dedicò alla donna; nacquero così Mozia vicino Marsala, Mozia nei pressi di Agrigento e la Mozia mediterranea: Modica.
Vacanza spensierata
La Contea di Modica fu uno degli stati feudali più importanti del Mezzogiorno; Il suo territorio comprendeva tutti i comuni che oggi fanno parte della provincia di Ragusa più le baronie di Alcamo e Calatafimi in provincia di Trapani e altre città sparse per l’isola. Quando all’inizio dell’Ottocento venne abolita la feudalità Modica perse via via il suo poter fino a cedere il passo a Ragusa che nel 1927 venne elevata a provincia.
Come le altre città del sud est siciliano fu distrutta dal terremoto del 1693 ma risorse secondo l’estetica barocca. Modica Alta, inizialmente adagiata in alto sull’altopiano della Pianta, si distese verso il fondo valle dove si sviluppò Modica Bassa; il nuovo quartiere si affacciava sulle sponde di due fiumi: Pozzo dei Pruni e Janni Mauro. I due corsi d’acqua, all’altezza della Torre dell’Orologio, si univano in un unico torrente oggi coperto: il Moticano. Dal fondo valle la città si arrampica sulle colline che l’abbracciano. Lo straordinario assetto urbanistico di fine Ottocento, con 17 ponti che solcavano fiumi e torrenti, la rendevano una città tanto affascinante da essere definita nella prima edizione dell’Enciclopedia Treccani la città più singolare d’Italia dopo Venezia.
Come le altre città del sud est siciliano fu distrutta dal terremoto del 1693 ma risorse secondo l’estetica barocca. Modica Alta, inizialmente adagiata in alto sull’altopiano della Pianta, si distese verso il fondo valle dove si sviluppò Modica Bassa; il nuovo quartiere si affacciava sulle sponde di due fiumi: Pozzo dei Pruni e Janni Mauro. I due corsi d’acqua, all’altezza della Torre dell’Orologio, si univano in un unico torrente oggi coperto: il Moticano. Dal fondo valle la città si arrampica sulle colline che l’abbracciano. Lo straordinario assetto urbanistico di fine Ottocento, con 17 ponti che solcavano fiumi e torrenti, la rendevano una città tanto affascinante da essere definita nella prima edizione dell’Enciclopedia Treccani la città più singolare d’Italia dopo Venezia.
In seguito alla grande alluvione del 1902, il Moticano venne coperto per evitare nuove esondazioni, la città perse i suoi fascinosi ponti e i suoi mulini ma acquistò una nuova importante arteria. Nacque così il Corso Umberto I, attorno al quale si sviluppò il quartiere più importante della città. Il disegno del centro storico rimane comunque incantevole: case, palazzi barocchi e grandiose chiese si rincorrono sui fianchi delle I tanti punti panoramici permettono di osservare tutti i suoi suggestivi quartieri: gli stretti vicoli e le ripide scalinate si aprono davanti a stupendi monumenti.
Le campagne del modicano, caratterizzate da una fitta rete di “muri a secco” che delimitano gli appezzamenti di terreno, sono trapunti di maestosi alberi di carruba, ulivi e fichi d’India e regalano paesaggi davvero suggestivi. Nel 2002, insieme ad altre sette città del Val di Noto, è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.
A venti chilometri dal centro urbano troviamo Marina di Modica con le meravigliose località di Maganuco e Punta Regilione. La prima è una frazione balneare molto frequentata in estate, le altre, meno battute, sono la meta preferita di chi ama le spiagge incontaminate. Modica è famosa anche per la produzione di cioccolato. Lavorata a freddo il cioccolato modicano è un dolce tipico della città che ha ereditato questa tradizione dai dominatori spagnoli nel Cinquecento. Inizialmente tramandato come dolce tipico delle famiglie nobili è diventato di uso comune negli ultimi anni e prodotto ricercato in tutto il mondo.
Le campagne del modicano, caratterizzate da una fitta rete di “muri a secco” che delimitano gli appezzamenti di terreno, sono trapunti di maestosi alberi di carruba, ulivi e fichi d’India e regalano paesaggi davvero suggestivi. Nel 2002, insieme ad altre sette città del Val di Noto, è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.
A venti chilometri dal centro urbano troviamo Marina di Modica con le meravigliose località di Maganuco e Punta Regilione. La prima è una frazione balneare molto frequentata in estate, le altre, meno battute, sono la meta preferita di chi ama le spiagge incontaminate. Modica è famosa anche per la produzione di cioccolato. Lavorata a freddo il cioccolato modicano è un dolce tipico della città che ha ereditato questa tradizione dai dominatori spagnoli nel Cinquecento. Inizialmente tramandato come dolce tipico delle famiglie nobili è diventato di uso comune negli ultimi anni e prodotto ricercato in tutto il mondo.